Serie B, aria di derby, parla coach Venezia: “Ho sempre l’elmetto in testa, vivo nell’immediato. Serve vincere per dare continuità di risultati”

Mancano solo due giorni al derby tra Tramarossa Vicenza e Virtus Padova. Un derby in anticipo, di sabato sera, che può definitivamente lanciare Vicenza o dare ai padovani la possibilità di entrare nella metà alta della classifica. Una partita in cui non bisogna fare calcoli e dare il tutto per tutto. Coach Venezia questo lo sa e delinea la strada verso la sfida: “Prepariamo partita dopo partita, non pensiamo troppo al futuro ma viviamo nell’immediato: ho sempre l’elmetto in testa, bisogna vivere ogni settimana intensamente e arrivare carichi ad ogni incontro.”

Vicenza ha vinto tre partite di fila, l’ultima su un parquet difficile come quello di Orzinuovi. Di sicuro è un momento positivo.
“Certamente, ma il successo contro Orzi secondo me è stato il più bello finora per tanti motivi: un mix tra talento individuale ed equilibrio di squadra, con i ragazzi che sono stati attenti a tutte quelle piccole cose che gli chiediamo in settimana: nell’andare a rimbalzo cattivi, nel buttarsi sul pallone, nel difendere in maniera ordinata e attenta. Stiamo iniziando a intraprendere la strada che dobbiamo percorrere per tutta la stagione, la squadra sta seguendo le indicazioni e ognuno aggiunge qualcosa di proprio. L’inizio di stagione è positivo se guardo a tutte le partite giocate: anche la partita contro Desio, seppur decisa da alcuni episodi determinanti, l’abbiamo condotta per 45 minuti su 50 e abbiamo battuto una squadra che ha tirato al 50%. Stiamo continuando a costruire e a prenderci le misure: i ragazzi si stanno ancora conoscendo, ma fino a questo punto il nostro cammino è stato sicuramente positivo”.

Cosa ti è piaciuto di più da un punto di vista di gioco? A Orzinuovi Vicenza ha messo in luce una difesa superiore rispetto alle prestazioni precedenti e ha dimostrato freddezza ai ai liberi.
“Da quando faccio l’allenatore, mi è stato insegnato che i tre dati per capire la voglia e la grinta che mette una squadra in campo sono quelle giuste. I rimbalzi, per capire quanta voglia ha la squadra di saltare più in alto degli avversari; i recuperi, per capire quanto lottano su ogni pallone; i tiri liberi, per avere la dimensione di quanto siano concentrati. Credo che nelle ultime sfide siamo stati sempre accorti in tutti questi frangenti; so che in passato la squadra ha avuto qualche problema dalla linea della carità, ma non sta nella mancanza di allenamento nei fondamentali o svogliatezza nel presentarsi al tiro, ma per uno standard mentale da raggiungere. Mi è stato chiesto più volte in settimana riguardo i cali di tensione nel corso delle partite, ma nel corso di una sfida ci sono sempre: comunque giocare con l’intensità al massimo per 40′ è difficile e poi non va dimenticato che ci sono anche degli avversari. Prendiamo ad esempio la partita di Orzinuovi: Tassinari a un certo punto si è svegliato e ha segnato quattro triple consecutive, sulle quali non abbiamo potuto fare nulla. Poi però, piazzando Montanari su di lui ad estraniarlo dal gioco, l’abbiamo raffreddato e abbiamo portato a casa la partita. Bisogna avere equilibrio in attacco e attenzione in difesa e a Orzinuovi siamo stati bravi in entrambi i frangenti.”

Sabato c’è il derby: al di là delle motivazioni, perché questa partita sarà importante?
“Il voler crescere passa solo attraverso la continuità di risultati, ma in questo campionato non esistono partite facili. Prendiamo in esempio Desio: può sembrare sulla carta che sia una squadra inferiore alla nostra, ma qui ha quasi vinto e domenica ha battuto Cesena. Non si può prendere niente sotto gamba e Padova non fa eccezione: hanno a disposizione De Nicolao e Piazza che sono probabilmente la miglior coppia di play del campionato, Ferrari sotto canestro è un maestro del piede perno. Le motivazioni e le emozioni faranno la loro parte, ma per noi sarà importante fare risultato per arrivare nella miglior condizione possibile alla partita contro Faenza.”

Un’ultima cosa: nelle ultime settimane hai variato molto il quintetto di partenza, a cosa è dovuta questa scelta?
“Nelle ultime settimane, per un motivo o per l’altro, non ci siamo quasi mai allenati al completo. Demartini per esempio, dopo la partita contro Desio, in cui ha giocato 48 minuti, è stato fermo per una settimana. Bisogna dar peso a quello che si fa in allenamento: ogni settimana si provano cose diverse a seconda dell’avversario ed è giusto che chi le ha provate e assimilate meglio abbia maggiore spazio. Venendo nello specifico, dobbiamo trovare la giusta quadra di minutaggio per i quattro lunghi, capire quando e quanto possono incidere nel corso di una sfida, mentre tra i piccoli abbiamo la necessità di allungare le rotazioni e dare la possibilità a ragazzi come Contrino di crescere, cosa che può fare solo giocando minuti e facendosi le ossa. Dobbiamo cercare di avere una rotazione almeno a nove giocatori per andare avanti nella stagione e trovare soluzioni nuove ad ogni partita. Contro Desio, per esempio, abbiamo giocato in sette praticamente, ma è stata una scelta dettata dalla situazione creatasi in partita, perché avevo bisogno di un certo tipo di difesa. Di sicuro comunque, anche io dovrò essere bravo a non affidarmi sempre alle solite scelte, ma imparare a cambiare cose tra una partita e l’altra e alle sfide che dovremo afrontare.”